Il gruppo archeologico Alybas.
Nel 2002 il Gruppo Archeologico Alybas nasce con uno scopo ben preciso: dare seguito alle indicazioni scaturite dal famoso convegno “Temesa ed il suo territorio” del 1981. Per noi, manipolo di appassionati, quel libro rappresentò un punto di arrivo ma anche un punto di partenza. Ricerche successive e scoperte importanti come il tempio arcaico di Imbelli rafforzarono le nostre convinzioni sulla eccezionalità archeologica del territorio tra l’Oliva ed il Savuto: bisognava a questo punto dimostrarlo con prove certe ed inconfutabili. Si iniziò con ricognizioni a tappeto nel territorio di Serra d’Aiello dove si supponeva fosse l’insediamento protostorico della Temesa omerica, dapprima, in sordina, da soli e successivamente, visti gli eccezionali risultati, e le emergenze che venivano man mano localizzate, coinvolgendo la Soprintendenza Archeologica e Università Federico II di Napoli. Si scoprirono sezioni di capanne dell’età del ferro e del bronzo, grandi densità di dispersioni di frammenti ceramici di notevoli importanza, nuove tombe a grotticella, notevoli concentrazioni di strumenti litici di ossidiana e frammenti neolitici di Stentinello e, nell’Agosto del 2003, si localizzò la necropoli Chiane. Le due entusiasmanti campagne di scavo nella necropoli, nel 2004 e nel 2005 con le 26 tombe scavate, portarono alla luce ciò che non si osava nemmeno sperare. I corredi delle quattro sepolture, esposti in questa mostra, sono una testimonianza evidente della straordinaria importanza della comunità a cui appartenevano. In questi anni il Gruppo Archeologico Alybas ha avuto grandi e impensabili soddisfazioni, si è rimasti particolarmente colpiti dal coinvolgimento di tutta la cittadinanza nel clima che si è venuto a creare: le aspettative di nuove scoperte e la consapevolezza che forse migliaia di anni fa il nostro territorio e i suoi abitanti, nostri progenitori, rappresentavano un punto importante nel Mediterraneo ha contagiato tutti. La disponibilità dell’Amministrazione di Serra d’Aiello è stata totale, fin dalle ricognizioni, dalla logistica all’ospitalità agli studenti universitari, all’erogazione di contributi ed alla voglia di mostrare quanto ritrovato al più presto. Di tali sentimenti, coinvolgimento e voglia di sapere forse si è più orgogliosi che non l’avere dato l’input alle scoperte che hanno portato a questa mostra. Anche altre Amministrazioni del territorio di Temesa, alle quali siamo grate, hanno cominciato ad apprezzare il nostro lavoro, soprattutto di sensibilizzazione e coinvolgimento della gente. Fino a qualche anno fa, i ritrovamenti archeologici che si verificavano a più riprese in tutto il comprensorio tra l’Oliva ed il Savuto erano una iattura da far scomparire immediatamente. Tale emozionante inversione di tendenza, i rimorsi confidatici da persone che nel passato hanno sbagliato ma che ora hanno capito: tutto ciò è la soddisfazione del Gruppo Archeologico, lasciamo agli archeologi ora il compito di studiare e disquisire.